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In:

 

CANTO DI NATALE

 

Di

 

Carmelo Mobilia e Igor Della Libera

 

 

Alcuni anni fa. 24 Dicembre.

Il nome riportato sul suo badge era “Bob Danner”, ma In realtà il suo vero nome era Robert Bruce Banner ed era il più grande fisico nucleare del mondo. Robert Bruce Banner si poteva benissimo definire una delle più brillanti menti del nostro secolo. Eppure, quest’uomo così dotato aveva trascorso le ultime settimane in questa fabbrica come umile operaio, cercando di passare inosservato, senza socializzare con nessuno. Il perché di questa menzogna era presto detto: Bruce nascondeva un terribile segreto. Un segreto che lo stava torturando da anni. Bruce Banner era in realtà Hulk, un mostro di oltre 2 metri per più 400 kg di potenza pura, una forza della natura in grado di radere al suolo una città. Costretto a fuggire e a utilizzare nomi falsi per evitare di venir catturato, Bruce era in cerca di una cura per questo suo terribile male, per poter tornare a condurre una vita normale. Essere un uomo solo, costantemente in fuga, e non poter contare su nessuno è una condizione dura, ma diventa insostenibile la vigilia di Natale, quando tutte le famiglie si riuniscono per trascorrere insieme le feste e scambiarsi regali. Bruce ripensava a Betty, a Rick Jones e a tutte persone a cui vuole bene. Avrebbe voluto essere con loro in questo momento, invece di essere in questa topaia al freddo e a consumare un pasto pre-confezionato. La depressione lo stava consumando. Il suo dolore era quasi tangibile per il suo osservatore speciale.

<Bruce.>

Sentendo il suo nome si girò di scatto, colto di sorpresa.

<Stephen! Stava per venirmi un infarto!>

Stephen era il Dottor Stephen Strange, ex chirurgo e oggi signore delle arti mistiche e mago più potente della Terra, signore assoluto delle arti occulte. Era qui nella sua forma astrale, uno spirito intangibile che fluttuava nell’aria in grado di spostarsi nel tempo e nello spazio.

<Le mie scuse, non era mia intenzione spaventarti.>

<Perché sei qui? Stai cercando di riunire i Difensori per caso?>

<Oh no, niente di tutto questo. Ero solo venuto a vedere come stavi?>

<Mi stavi spiando?>

<Ma no... è che è tanto che non ci vediamo. Ero in pensiero per te.>

<Scusa Stephen è che ... niente, lasciamo stare.>

<Nessuno dovrebbe trascorrere la vigilia di Natale in questo modo, Bruce.> gli disse il mago, intuendo il suo stato d’animo.

<Senti, io e Wong avremmo piacere se trascorressi il Natale con noi. Abbiamo imbastito un banchetto niente male.>

<Io non .... non o cosa dire.> disse sorpreso e commosso dal gesto.

<Non dire nulla allora...> e agitando le mani, il mago supremo fece uno dei suoi incantesimi che trasportò Bruce dal suo appartamento in affitto a Chicago al Sanctum Sanctorum nel Greenwich Village di New York.

<Wow io ... non mi abituerò mai a questi tuoi trucchi.>

<Va pure a rinfrescarti. Wong ti darà degli abiti adatti. Ti aspetto a tavola.>

 

***

 

<Complimenti Wong. Non ricordo l’ultima volta che ho mangiato così bene>

<Troppo buono, mr Banner.>

<Bruce, cosa c’è ancora? Credevo che una serata in compagnia potesse tirarti su di morale...>

<E’ così infatti. Non so come ringraziarvi, Stephen, è solo che ... quanto tempo dovrà continuare questa tortura? Per quanto tempo Hulk dovrà privarmi di momenti come questo? Io ... non credo di non poterlo più sopportare.  Vorrei tanto che quest’incubo finisse....> il suo morale era nuovamente precipitato. Strange prese un tovagliolo, si pulì le labbra e disse:

<Bruce, in quest’universo tutto accade per una ragione. Non pensare solo ai lati negativi. Pensa  alle vite che Hulk ha salvato in questi anni. La sua forza, se ben indirizzata, può alterare gli equilibri nella lotta tra il bene e il male. Hulk dev’essere educato, devi imparare a conviverci.>

<Tu non sai cosa si prova. Immagina di vedere tutta la tua rabbia, tutte le tue emozioni negative scatenarsi con la forza di un uragano, per poi svegliarti seminudo e non ricordare quello che è successo. E’ come avere 10.000 sbornie tutte insieme.>

<Bruce, vorrei che venissi di là con me per favore ...> Strange lo condusse nel suo santuario.  Accese cinque candele e posizionò ognuna di esse sulle punte del pentagramma disegnato al centro della stanza.

<Vieni qui, siediti nel mezzo ...>

<Che cosa vuoi fare?>

<Bruce, voglio mostrarti un diverso punto di vista. La tua situazione per quanto drammatica ha un senso. Vieni qui e siediti con me.>

Sentendosi obbligato Bruce accettò, quasi per sdebitarsi per l’invito.

<Ora concentrami, svuota la mente.>

Nel giro di pochi minuti le loro forme astrali lievitarono nella stanza.

<Ehi ma ... stiamo ... fluttuando?>

<Si Bruce. Ora siamo due forme ectoplasmiche. I nostri corpi rimarranno qui al sicuro. Non temere, nessuno ci può vedere e sentire. >

<E quel libro che hai in mano?>

<E’ il libro del tempo; mi serve per mostrarti come il non verificarsi di certi eventi porti inevitabilmente a certe conseguenze.>

<E’ come la terza legge della dinamica: Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.>

<Precisamente. Ecco, ora visiteremo il primo mondo...>

 

1 – E se Bruce Banner non fosse mai diventato Hulk?

New Mexico. Anni fa.

Bruce ricordava benissimo questo giorno. Era quello del primo test della bomba Gamma. Erano tutti lì: il generale Ross, Betty... tutto era come se lo ricordava.

<Stephen, perché mi hai riportato qui? Farmi rivivere tutto questo è crudele... questo è il giorno dell’incidente che mi trasformerà in Hulk!>

<Non qui. Oggi non accadrà nulla del genere. Non c’è nessun Rick Jones da salvare. Il test funzionerà perfettamente. Guarda...>

Il Bruce di questo mondo osservava dalla fessura del suo bunker, attendendo il termine del countdown, dopo di che l’enorme fungo atomico verde salì verso il cielo, con enorme soddisfazione del generale Ross.

<I miei complimenti, Banner. L’esperimento è stato un successo. Informerò personalmente il presidente di tutto ciò.>

<La ringrazio generale.>

<Ben fatto, Bruce.> gli disse Betty, mettendogli una mano sulla spalla.

<Ma ... cosa significa, Stephen? Le cose non andarono così, quel giorno ...>

<Ti ripeto che qui non siamo nel tuo passato. Non stiamo facendo un viaggio tra i tuoi ricordi. Questa è un’altra realtà ... ti sto mostrando cosa sarebbe accaduto se tu quel giorno non fossi stato contaminato dalle radiazioni Gamma e non fossi mai divenuto Hulk. Il test si è rivelato un successo. La bomba verrà riprodotta e diverrà la nuova arma segreta dell’esercito degli Stati Uniti. Dunque inevitabilmente verrà utilizzata nel prossimo conflitto.>

<Vuoi dire che...>

<Sta a vedere. Facciamo un salto in avanti di qualche anno ....>

 

<<Qui Fox1. Sto ber sganciare la bomba sul bersaglio.>>

 Il pilota premette il grosso pulsante rosso della sua console. Lo sportello sotto il suo aereo si aprì e da lì parti il missile che nel giro di pochi secondi andò a schiantarsi su Bagdad.  L’esplosione gamma investì la città. A migliaia morirono. Migliaia. Ma nel fallout radioattivo ci furono centinaia di uomini e donne che rinacquero sotto forma di enormi colossi verdi, che gridarono la loro furia al cielo iracheno.

<Mio dio ... è .... un incubo!>

<Questo fu solo l'inizio.> sospirò Strange.

<Io non sarei mai diventato Hulk ma la maledizione gamma avrebbe comunque distrutto il mondo, è questo che stai cercando di dirmi con la tua magia del Natale?>

<Quello che voglio mostrarti è che grazie a te al tuo sacrificio in quel giorno in cui il cielo si colorò di verde è stata scongiurata una realtà come quella che stai osservando. Sfogliamo insieme altre pagine di questo libro, guardiamo qualche capitolo più avanti, quello che troveremo dovrebbe essere più eloquente delle mie parole.>

<Questo è l'ultimo giorno della terra.>

Thunderbolt Ross cercava di nascondere la disperazione. Non voleva guardare la mappa alle sue spalle dove il brulicare di puntini verdi significava che non c'era altra possibilità che tirate la leva davanti a lui. Quelle luci che sciamavano sul mondo erano lì a testimoniare il suo più grande fallimento, l'uomo che era diventato generale per salvare il suo paese lo aveva condannato ad una morte lenta e terribile.

Lo osservavano durante il suo discorso finale soldati che avevano combattuto al suo fianco e un manipolo di supereroi che erano sopravvissuti all'attacco dei giganti cannibali, alla furia gamma che aveva riempito  i cimiteri prima e quando questi non c'erano, più anonime fosse comuni con i corpi dei loro compagni. Era troppo tardi per tutto, rimaneva solo una cosa da fare.  Le parole di Ross erano adesso preda di un'emozione rabbiosa, le mani strette a pugno, gli occhi che non potevano bagnarsi di lacrime solo perché non ne aveva più da versare, non dopo quello che era successo ai suoi cari, non dopo il tentativo fallito di creare una versione degli Hulk sotto controllo per mettere un freno alla follia superpotenziata.

<Ho creduto inutilmente in questi anni che si potesse fermare l'invasione degli Hulk. Sono arrivati come un’onda distruttiva e si sono abbattuti sulle nostre coste e su quelle d'Europa. E per questo non possiamo che biasimare noi stessi, noi uomini che abbiamo avuto la folle presunzione di usare un'arma di quella potenza. Mia figlia si è sacrificata inutilmente nella speranza che una She Hulk potesse dare il là ad una specie evoluta capace di rimuovere il cancro gamma... ma così non è stato. Rimane dunque solo l'ultimo protocollo.>

La capsula che proteggeva la leva si schiuse e adesso a Ross questa sembrava enorme e pulsante. Vedeva già oltre il secondo che sarebbe seguito al momento in cui l'avrebbe abbassata, sapeva già che il verde sarebbe stato sostituito dal rosso della nuova energia gamma, una radiazione letale per i mostri verdi ma anche per ogni sopravvissuto al loro orrore. Tutto sarebbe stato consumato in una fiammata color cremisi anche la speranza che fino a quel momento continuava ad essere coltivata in quel bunker sotterraneo, nel luogo del primo tragico esperimento gamma.

<Moriamo come siamo sempre vissuti, come degli stupidi e degli arroganti e questa leva è qui per ricordarci che non abbiamo imparato nulla dai nostri errori passati.>

<Non posso guardare.> disse Banner e Strange richiuse il libro del tempo, ma non prima di sbirciare l'ultima pagina di quella realtà. E solo lui vide che tra le macerie erose dalle radiazioni, dentro le viscere esposte di uno dei cadaveri sventrati di un Hulk si muoveva prima timidamente e poi con maggior forza uno scarafaggio. Uscì alla luce livida e rossa di un cielo che non sarebbe mai stato più azzurro e la sua corazza per un breve attimo risplendette di un verde opaco.

<Molto istruttivo, ma se una cosa mi ha fatto capire è che non avrei mai dovuto sviluppare quella dannata bomba. Hai solo fatto cambiare obiettivo al mio senso di colpa... dovrai tirare fuori altri conigli dal cappello per farmi cambiare idea.>

<E' evidente che hai bisogno di un altro esempio. >

 

2- E se Bruce Banner fosse stato separato da Hulk?

 

Foresta Amazzonica

 

Samuel Sterns non era bravo a correre e non era affatto semplice farlo con quel terreno pieno di infide e serpeggianti radici, con il caldo soffocante che creava intorno a lui una seconda pelle, con la sua grande testa dalla fronte venata e grossa che sembrava sul punto di esplodere come un'anguria colpita da un proiettile esplosivo. Prese un po' di fiato stando nascosto dietro un albero la cui corteccia vischiosa e verde gli ricordava come quella foresta fosse ancora più insidiosa da quanto il suo Capo si era trasferito lì per sfruttare l'ultimo polmone della terra per i suoi esperimenti. Lui era il prodotto di quelle ricerche. Il suo intelletto era cresciuto insieme alla sua scatola cranica e come quella si era deformato. I cattivi e geniali pensieri che aveva però riuscivano solo a scalfire leggermente la malvagità del suo padrone. Da qualche giorno aveva scoperto il suo atroce segreto e da quando ne era venuto a conoscenza aveva deciso di lasciare il laboratorio e tentare la fuga. Pensava di essere riuscito a distrarre l'attenzione di quel pazzo e delle sue creature, ma si sbagliava. Guardò versò l'intrico della vegetazione, sentì il terreno tremare come scosso da una forza potente. Sapeva di cosa si trattava, il suo boia stava arrivando. Si chiese quale mostro del progetto Abominio fosse stato scelto per eliminarlo. Samuel Stern non poteva saperlo, ma non era solo con la sua disperazione. Vicino a lui c'erano le figure immateriali del Dottor Strange e di Bruce Banner. Quest'ultimo aveva riconosciuto in quell'essere sudato e tremante uno dei suoi peggiori nemici. Evidentemente in quella realtà non era lui il più cattivo.

<Cosa ci fa Sterns nella giungla? Perché mi stai mostrando la vita parallela della mia nemesi? Ah, ho capito: sta fuggendo da Hulk, da un'altra sua versione assassina che è qui a dimostrare come io sia il modo migliore per mettere delle redini alla sua furia distruttiva.>

<Non proprio. Aspetta e vedrai.>

Banner era uno spettro e sapeva che tutto quello che stava accadendo non avrebbe influito su di lui, eppure anche in quella forma ectoplasmica l'urlo belluino e l'apparizione da incubo che squarciò la foresta era qualcosa di così spaventoso che gli provocò un brivido di paura e la sua sorpresa si mutò presto in angoscia. La creatura era grossa come Hulk ma invece di una testa ne aveva due.

Sterns cercò di raggiungere l'arma che aveva portato con se. Era un neutralizzatore. Poteva dargli il tempo di continuare la fuga, ma doveva colpire con precisione una delle due teste, se non l'avesse fatto la Bi-Bestia  avrebbe banchettato con le sue carni mutate e avrebbe usato le sue ossa distorte dai raggi gamma come stuzzicadenti. Inquadrò con il mirino una delle fronti. Stava per sparare quando qualcosa fluttuò tra il mostro e il fuggitivo. Era una specie di insetto meccanico formato da un corpo metallico e da uno schermo a cristalli liquidi. Questo si accese e sotto gli occhi diafani dello spettro di Banner, nel riquadro del monitor comparve... lui stesso. Il Bruce di quella realtà aveva gli occhi rossi di follia, indossava un camicie bianco immacolato e guanti asettici con cui, mentre parlava a Sterns, stava preparando una specie di pozione.

<Sterns , da quando ti ho migliorato non hai fatto che servirmi fedelmente e questo non posso certo dimenticarlo. Ecco perché ti sto offrendo la possibilità di evitare che la Bi-Bestia faccia scempio del tuo testone. Voglio che torni da me e io rimuoverò i tuoi ricordi, non dovrai più convivere con il mio doloroso segreto, non saprai più cosa c'è dietro la porta numero 8. Mi sembra una proposta accettabile, la tua vita, la possibilità di continuare a lavorare per me, in cambio di un po' del tuo passato, di una manciata di minuti.>

<Non è possibile, sto parlando come uno dei miei nemici! Cosa stai cercando di dirmi Strange, che senza Hulk sarei diventato un mostro peggiore? E io sono finito a creare mostri gamma nella giungla? Se io sono qui, Hulk dov'è? Qual è il segreto di cui parla Sterns?>

<Lo stai per scoprire.>

Sterns stava per dare la sua risposta. Aveva deciso che non sarebbe più tornato indietro, non sarebbe stato più alle dipendenze di Bruce Banner, non avrebbe più guardato quegli occhi ricolmi di follia.

<Non mi hai migliorato Banner, mi hai reso come te. Tu sei ossessionato da quella cosa nella stanza numero 8, la torturi, la evisceri, ne soppesi gli organi, ne usi il sangue mutato non per creare il tuo esercito ma per trovare te stesso. Ho visto gli appunti. Tu e quella cosa dovevate stare assieme. Lui è un mostro solo all'esterno ma tu lo sei dentro, fino nel più profondo dell'anima e del midollo.>

Il Bruce Banner fantasma iniziava a capire cosa fosse successo in quel mondo. Gridò ma nessuna voce uscì dalla sua bocca, urlò vedendo che Sterns aveva cambiato il suo piano e l'obiettivo della sua arma, non più il mostro, ma la sua tempia. Premette lì l'ovale della canna e poi sparò facendosi saltare la testa. Si accasciò senza vita contro l'albero, mentre dal forellino usciva un filo di sangue verde.

<Mi ero sbagliato su di te Sterns, anche con le tue capacità intellettive aumentate sei rimasto lo stupido che eri prima di entrare nell'acceleratore Gamma. Torniamo al laboratorio Bi-Bestia. La mia dolce metà mi aspetta e voglio vedere come reagirà alla rimozione di un settantacinque percento dell'epidermide.>

Strange anticipò i pensieri di Banner e i due si trovarono a fare da ombra al Bruce di quella realtà mentre lasciava il laboratorio per raggiungere la stanza numero 8. La porta era ultrablindata e protetta da sensori e riconoscimenti di diverso tipo. Nonostante tutte queste precauzioni Sterns era riuscito a violare la sacralità di quel luogo. Si richiuse la porta tecnologica alle spalle. Prese dalla tasca un registratore e lo accese. Parlava mentre si avvicinava all'enorme tavolo operatorio dove era legato un mostro muscoloso e verde. Portava i segni di lunghi mesi di torture ed esperimenti e anche il suo fattore di guarigione faticava a tenere il ritmo di tutti gli abusi, le violazioni e le torture che Banner gli continuava ad infliggere. Riusciva a farlo soffrire fino a livello molecolare, facendo gemere le stesse cellule.

<Quello è Hulk. In questo mondo io e Hulk siamo due esseri separati.>

<E come ti ha detto Stern questo ti ha reso un mostro peggiore di lui. Ci sono cose che è destino che siano unite, fuse, equilibri cosmici che se spezzati possono creare alterazioni terribili.>

<Portami via di qui, ho visto abbastanza. Comincio a capire quello che vuoi dirmi, per quanto orribile sia la mia vita... senza Hulk come nel primo caso o separato da me come in questo scenario da incubo... le cose sarebbero andate molto peggio..>.

I due sparirono, mentre nella stanza numero 8 risuonavano fredde le parole del folle Bruce Banner

<Le precedenti asportazioni di parti di organi e tessuto dal soggetto hanno mostrato senza ombra di dubbio la necessità di utilizzare una punta in vibranio e adamantio, questa permetterà di incidere per parecchi cm la pelle... >

 

Fluttuando nello spazio/tempo le forme astrali di Banner e Strange discutevano su quanto avevano visto.

<Io ... ancora non capisco. Cosa volevi dire con quella cosa degli “equilibri cosmici”, Stephen? Quella realtà è stata orribile. Ho visto me ridotto in... tutto quello che detesto!>

<Voglio dire che tu e Hulk siete una cosa sola. Dovete iniziare ad accettare questa cosa e a smetterla di farvi la guerra. Te l’ho detto, Hulk potrebbe essere un beneficio per te e l’umanità intera, se imparaste a ... anzi, vieni, te lo mostro.> disse Strange aprendo nuovamente il libro del tempo.

 

3- E se Hulk e Banner imparassero a convivere?

 

 

 

Base dei Vendicatori. Il laboratorio.

<Se i miei calcoli sono esatti, Hank, questo strumento dovrebbe riuscire a toglierci per sempre dai piedi Ultron.>

<Utilizzare le radiazioni Gamma per neutralizzarne le facoltà cerebrali e mandarlo in cortocircuito. E’ geniale Bruce. Solo tu potevi riuscirci.> disse Calabrone.

<Confermo. Sei il più grande esperto del mondo nel campo delle radiazioni. Mr Stark mi ha detto di congratularmi con te quando ne avevo l’occasione. E’ molto felice che hai accettato la sua offerta di unirti ai Vendicatori.>

<Grazie Iron Man, ma sono io che gli sono grato per l’occasione che mi ha dato.>

<I Vendicatori credono nelle seconde occasioni , Bruce. Io posso testimoniarlo.> disse Occhio di Falco strizzandogli l’occhio.

<Sono ... i Vendicatori. E non mi stanno dando la caccia!> disse il Banner astrale.

<E’ così.  Sei uno di loro, proprio come una volta. In fondo hai contribuito a fondarli.> gli disse Strange.

<Si siamo tutti contenti che ti sei unito a noi, doc> si unì al coro Wasp, entrando nel laboratorio in forma di vespa <e se avete finito con le vostre diavolerie da scienziati, stasera io Hank te e Betty siamo a cena al ...>

La frase della giovane venne interrotta dall’allarme che riecheggiò nella base.

<Tutti fuori Vendicatori! Crisi di grado alfa!> urlò Capitan America con tono autoritario.

Tutta la squadra raggiunse lui e la Visione davanti all’ingresso della base.

<Che succede, Testa Alata?> chiese Occhio di Falco.

<Guarda tu stesso, Clint ...> rispose Cap indicando il cielo: sopra Manhattan si aprì un enorme varco nel cielo, dal quale migliaia di alieni volanti scendevano sulla terra.

<Uh mi sa che la cena salta ...> disse Wasp.

<Dottor Banner, credo sia il caso che lei si trasformi.> disse la Visione.

<Si, hai ragione. E’ il momento di cambiarsi d’abito ...> così dicendo Bruce si tolse gli occhiali riponendolo nella tasca del camice, poi si tolse lo stesso e lo ripiegò lasciandolo sul gradino della porta d’ingresso. Poi, volontariamente, attivò la metamorfosi che lo trasformò nel Golia Verde, e sotto gli abiti portava un costume nero da wrestler composto da molecole instabili.

<E’ tutto qui?> esclamò sorpreso il Bruce ectoplasmico <Mi sono trasformato ... in questo modo, così semplice? E i versi, il ruggito?>

<E non solo Bruce. Ascolta, parla anche correttamente ...>

<Ok> disse Hulk <Qual è il piano, Cap?>

<Ok Vendicatori ascoltatemi. Falco, tu fungerai da cecchino, Piazzati su qualche palazzo e colpiscili. Iron Man e la Visione, voi in prima linea, li attaccherete frontalmente. Io Wasp e Hank penseremo ai civili. E tu Hulk ...>

<Si, lo so: SPACCO.>

<Esattamente.>

Sopra le loro teste, a bordo di una piattaforma volante, troneggiava fiero e arrogante il potente Thanos.

<Sfidarvi è compiacere la morte.! Inchinatevi davanti al potere di THANOS,umani, o morirete!>

<Ehi faccia da prugna  ... non sei sulla lista degli invitati!> esclamò Hulk balzando verso l’alieno.

<VENDICATORI UNITI!> gridò mentre colpiva con un destro terrificante il folle titano.

<E faccio pure le battute ...> disse Bruce vedendo il suo alter ego di questo mondo combattere per la salvezza dell’umanità.

<Perché sei a tuo agio, tranquillo. Usi il tuo intelletto e la tua forza per il bene dell’umanità, proprio come hai sempre voluto. E’ abbastanza direi ...>

Strange chiuse il libro e le due forme immateriali tornarono nei rispettivi corpi.

<Beh Stephen è stata un esperienza ... impressionante.>

<E istruttiva, spero. Bruce, quello che hai visto deve aiutarti ad accettare la tua condizione. Non puoi fuggire per sempre e soprattutto non puoi fuggire da te stesso. Hai visto le alternative. Puoi essere il distruttore del mondo o il suo salvatore. Ma tutto questo dipende da te. Amati per quello che sei. Non odiarti. Sono sicuro che un giorno la terza visione potrebbe realizzarsi.>

<Forse. Non lo so. Certo che sarebbe bello ... > disse sospirando. Si mise a riflettere per qualche minuto, poi ruppe il silenzio dicendo:

<Grazie Stephen. Ne avevo bisogno.>

<Buon Natale, Bruce.>

 

Le Note

 

 

Ispirati dal famosissimo racconto omonimo di Charles Dickens e dal celebre film con Jimmy Stewart “la vita è meravigliosa”  ecco a voi un insolito team up tra il dottor Strange e l’incredibile Hulk.  Spero che vi siate divertiti a leggerlo come noi ci siamo divertiti a scriverlo.

 

Ah per la scena finale ci siamo ispirati al film dei Vendicatori (o degli Avengers, come dice il titolo) che sono sicuro molti di voi avranno ricevuto per Natale J

 

Cogliamo l’occasione per farvi gli auguri di buone feste, da parte nostra e di tutto lo staff MarvelIT.

 

Carmelo & Igor.